Nel mercato delle utenze – tra energia, telefonia, gas e acqua – regna spesso la confusione. I consumatori italiani si trovano a navigare in un contesto che appare sempre più complesso e, a tratti, ostile, dove non mancano offerte poco trasparenti e vere e proprie truffe. Secondo una ricerca condotta da Assium (Associazione italiana degli utility manager), quasi un italiano su due ha avuto problemi con i fornitori di servizi, e il 70% degli intervistati dichiara di non fidarsi dei contratti proposti tramite call center o venditori porta a porta. In questo scenario, molti cittadini scelgono un nuovo fornitore solo in modo occasionale, mossi principalmente da offerte economiche più convenienti, ma privi di strumenti per valutare realmente la qualità delle proposte.
Per questo motivo, è nata la proposta – presentata in Parlamento da Letizia Giorgianni, deputata di Fratelli d’Italia – di introdurre in Italia la figura dell’utility manager, un professionista certificato e formato, in grado di affiancare cittadini e imprese nella gestione consapevole e vantaggiosa delle utenze. Si tratta di una figura pensata per fare da guida nel mercato libero, spesso caratterizzato da pratiche commerciali opache, prezzi variabili e contratti di difficile interpretazione.
Giorgianni sottolinea come oggi i consumatori italiani paghino bollette più care del 23% rispetto alla media europea e come questo divario non sia più tollerabile. L’idea è che, con l’utility manager, si possa finalmente mettere ordine in un settore che ha urgente bisogno di trasparenza e di tutela per gli utenti, soprattutto quelli più vulnerabili. La proposta ha già raccolto ampi consensi tra istituzioni, autorità, operatori del settore e associazioni dei consumatori, proprio perché risponde a un’esigenza concreta.
L’utility manager è una figura professionale già normata dalla UNI 11782 del 2020, che stabilisce competenze, abilità e conoscenze necessarie per esercitare l’attività in modo professionale. Si tratta di un passaggio importante che segna il superamento del vecchio modello commerciale basato sulla semplice vendita del contratto. A differenza dei venditori tradizionali, spesso privi di formazione e non soggetti ad alcuna certificazione, l’utility manager opera come consulente super partes, con l’obiettivo di tutelare l’interesse del cliente.
L’importanza di una figura del genere si misura anche guardando ai numeri. Le bollette delle utenze, sia per i cittadini sia per gli enti locali, sono aumentate in modo significativo: solo per la luce, i Comuni italiani hanno speso nel 2023 oltre 2,3 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 29% rispetto al 2018. Anche per il gas, le Regioni hanno registrato un raddoppio della spesa in cinque anni. Intanto, per le famiglie italiane, le cosiddette “spese obbligate” – come appunto quelle per le utenze – incidono per il 23% sul bilancio annuo, comprimendo i consumi discrezionali e indebolendo l’intero sistema economico.
Il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele, ha definito questa situazione un freno alla ripresa dei consumi e ha invitato il governo ad accelerare l’iter di approvazione delle proposte di legge che aiutino le famiglie a risparmiare. In particolare, ha evidenziato il valore della proposta Giorgianni, che prevede l’obbligo per i call center di avvalersi solo di figure certificate per la vendita delle forniture energetiche.
Nel frattempo, il dibattito sulla transizione al mercato libero dell’energia continua. Secondo il IV Rapporto Edison-Censis, il 77% degli italiani ha già scelto di aderire al mercato libero, attratto dalla possibilità di scegliere il fornitore, di accedere a offerte più vantaggiose e di combinare prezzi e servizi. Tuttavia, resta forte il bisogno di fiducia: per molti cittadini, la presenza di un consulente preparato e imparziale farebbe la differenza.
Infine, si guarda anche al futuro. L’intelligenza artificiale generativa – secondo un’analisi Agici-Accenture – promette di trasformare il settore delle utility, migliorando produttività, servizi e qualità dell’interazione con i clienti. Ma perché questa trasformazione sia sostenibile ed equa, occorrerà un ecosistema in cui il consumatore sia davvero informato, accompagnato e tutelato. Ecco perché la figura dell’utility manager non rappresenta solo un’opportunità, ma una necessità.
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